Conosci Uashmama?
Fai un giro virtuale nel loro negozio attraverso la nostra photogallery per conoscere tutte le loro creazioni.
‘Paper bag’, ‘Carry one’, ‘Handbag Totty’ o ‘Alle bag’ sono alcune delle borse di carta lavabili e utilizzabili nella vita quotidiana, dal lavoro al tempo libero. Oltre alle borse, diversi e numerosi sono gli accessori creati col progetto ‘UASHMAMA’, tutti a impatto zero sull’ambiente.
Chiara, Gaia, Gemma e Giulia sono quattro sorelle, da qui appunto il nome “Le Sorelle”, figlie d’arte che portano avanti la tradizione e l’esperienza del padre designer, che ha brevettato un tipo di carta dagli aspetti e caratteristiche diverse e multiformi. E’ una carta lavabile, resistente, somigliante alla pelle, “che regala sensazioni di calore come se si trattasse di altro”. Il loro progetto di vita si chiama ‘Uashmama’: “un intreccio di fibre naturali che rendono un semplice foglio di carta qualcosa che prende varie forme, innumerevoli e sempre nuove, a seconda del gusto e della tendenza”.
Vi avevamo raccontato la storia della filiera “Filo d’oro” e del loro impegno a formare una rete di imprese innovative sia dal punto di vista dello sviluppo del prodotto che da quello dell’impatto ambientale. In riferimento a questo ultimo concetto volevamo parlarvi di un progetto che in sé unisce innovazione, ricerca e sostenibilità e che ha colpito positivamente noi di Glamour 2.0.
Grazie allo sforzo in termini di ricerche e studi della filiera, è nato l’interesse per l’utilizzo del polietilentereftalato, conosciuto come PET, materiale che proviene dal riciclo della plastica di cui sono composte le comuni bottiglie d’acqua. L’idea è venuta da un’azienda del cuneese, la Dentis, che si occupa proprio di riciclo.
La bella notizia arriva dall’America, dall’Università di Delaware, la cui invenzione del cuoio vegetale, dice l’articolo, “promette di rivoluzionare l’industria tessile” per realizzare dalle scarpe alle borse, agli accessori.
Il cuoio ricavato da pelle di animali si caratterizza per la sua elevata resistenza, ma il cuoio vegetale sembra che abbia la stessa ‘robustezza’ e ‘traspirabilità’! Nike, Puma e Adidas si sono mosse per testare questa innovazione… stiamo quindi a guardare come si evolverà questa invenzione americana nel contesto italiano.
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L’articolo su DiraluDesign della scorsa settimana ha suscitato così tanto interesse che abbiamo chiesto a Lucia Di Raimondo altre curiosità sulle sue opere artistiche…
Ci puoi dire qualcosa su alcune delle mostre a cui hai partecipato?
Nel 2014 e nel 2015 ho partecipato ad Artigianato e Palazzo, la ormai storica manifestazione annuale che si svolge presso il Giardino Corsini a Firenze e che accoglie circa 90 artigiani delle tecniche più svariate.
“Moda e Design” è un connubio interessante. Lucia di Raimondo, giovane artista fondatrice di DiraluDesign, rappresenta al meglio tale legame.
Chi è Lucia Di Raimondo?
Sono un architetto; fin dai tempi dell’università mi interessavo di architetture orientali e giardini giapponesi e, a tal riguardo, ho creato una mia biblioteca personale sull’orientalismo, su cui mi sono sempre tenuta aggiornata e a cui spesso mi sono ispirata.
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