Progetto QUID è un brand di moda ‘etico’ e sostenibile’ che nasce dal recupero di scarti di tessuti di qualità provenienti da una rete di brand partner rigorosamente selezionati, che vengono successivamente rivisitati da giovani designer per la produzione di abiti e accessori. Il valore aggiunto è che il lavoro di produzione viene svolto per la maggior parte da donne che vivono in situazione svantaggiata, favorendo così il loro reinserimento lavorativo e sociale. Da qui, deriva il nome del brand “QUID”: breve, essenziale e concreto, capace di unire i valori di mercato con quelli sociali.

Anna Fiscale, l’attuale Presidente che gestisce il management e le relazioni con i partner coinvolti, insieme a Ludovico Mantoan, attuale amministratore delegato, “hanno creduto nell’idea di mettere a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze per dare vita al progetto QUID” e nel 2013 nasce la cooperativa sociale. A distanza di un anno l’organizzazione è cresciuta e oggi può contare 32 dipendenti tra sarte, cucitrici e professionisti esperti del settore, tra assistenti alla produzione e giovani designer, che credono nella mission del progetto.

Oltre alla vendita diretta, Progetto QUID è diventato il ‘braccio etico’ di alcuni dei più grandi brand come “Calzedonia”, “Tezenis”, “Altromercato”, “Carrera jeans” “DeNStore”, Diesel (tramite OTB Foundation).

Glamour 2.0 ha avuto l’opportunità di parlare con Matteo Adamoli, responsabile della comunicazione della cooperativa; a lui abbiamo rivolto alcune domande per capire meglio il valore aggiunto di questo brand.

Il vostro approccio ‘moda’ e ‘sociale’ ha riscosso grande successo in questo mondo: può essere visto come uno segnale di cambiamento?

A partire dalla nostra esperienza locale, offriamo alla nostra clientela capi unici, per il loro numero limitato ma anche e soprattutto per la qualità e per la loro sostenibilità ambientale che caratterizza la nostra produzione. Il messaggio che arriva alla nostra clientela è quello di guardare, sì, allo style dei nostri abiti e accessori ma con uno sguardo attento ai valori sociali. Grazie alla nostra continua ricerca all’innovazione e all’impatto ambientale, progetto QUID nel 2014 ha ricevuto il premio ‘European Social Innovation’.

Come definiresti in tre aggettivi le vostre creazioni?

‘Sostenibili’, ‘Uniche’, ‘Etiche’. Noi seguiamo il modello artigianale italiano – il ‘Made in Italy’ – e quindi non solo curiamo la produzione ma anche il processo di lavorazione. E anche in tal senso, il nostro prodotto ha un valore aggiunto!

Il nostro obiettivo è di implementare l’ e-commerce per una maggiore capillarità sul territorio nazionale e non solo regionale o locale.

A quale tipologia di clienti vi rivolgete?

Le nostre collezioni sono principalmente rivolte ad una clientela femminile ma stiamo cercando di incrementare anche la moda per uomo: dipende sempre dai tessuti che ci vengono donati dai grandi brand italiani. Quando però la nostra clientela entra nei nostri store ci teniamo a raccontare la storia che porta con sé un abito o un accessorio.

Dove possiamo trovarvi?

Il nostro store si trova a Verona, e un altro sta per essere inaugurato. Ma parte delle nostre collezioni sono in vendita anche in altri store in Italia, come a Modena, Bologna, Forlì, Vicenza, Pescara, e all’estero come Zurigo. Inoltre ci trovate sul sito progettoquid.it e sui principali social con il nome: Progetto Quid!

Glamour 2.0 spera di darvi altre news su questo brand perché ci piace questo connubio tra ‘creatività’, ‘bellezza’ e ‘innovazione sociale’.