Vi abbiamo già presentato “La sartoria vagante” il progetto di Federica Novelli, la giovane stilista che ha dato vita ad una linea d’abbigliamento etico – biologico, dinamico e con una propria personalità, che si sta facendo strada con la sua voglia di creare, disegnare modelli, sempre prestando attenzione ai tessuti.
ALTA ROSA, il laboratorio/atelier ‘made in Tuscany’ con un’esperienza decennale, nato a Firenze grazie a Valeria Doga e a Gloria Modesti, è alla ricerca di un/una fashion designer in grado di poter rilevare l’attività di produzione, a Firenze o altrove in Italia.
Vi chiederete quali requisiti vengono richiesti… sicuramente un/una professionista che sappia coniugare ‘serietà’ e ‘sostenibilità’, con un’attenzione al ‘green’, al biologico, alle fibre naturali per continuare una produzione di qualità e a basso impatto ambientale.
ALTA ROSA è presente sui più noti portali toscani e green, sui principali social.
Potete contattare direttamente ALTA ROSA scrivendo alla seguente email info@altarosa.it
Orange Fiber è una startup che sviluppa filati innovativi dagli scarti degli agrumi che l’industria di trasformazione agrumicola italiana produce annualmente. Glamour 2.0 ha intervistato Adriana Santanocito e Enrica Arena che hanno creato e trasformato in realtà questo bellissimo progetto.
Conosci Uashmama?
Fai un giro virtuale nel loro negozio attraverso la nostra photogallery per conoscere tutte le loro creazioni.
‘Paper bag’, ‘Carry one’, ‘Handbag Totty’ o ‘Alle bag’ sono alcune delle borse di carta lavabili e utilizzabili nella vita quotidiana, dal lavoro al tempo libero. Oltre alle borse, diversi e numerosi sono gli accessori creati col progetto ‘UASHMAMA’, tutti a impatto zero sull’ambiente.
Chiara, Gaia, Gemma e Giulia sono quattro sorelle, da qui appunto il nome “Le Sorelle”, figlie d’arte che portano avanti la tradizione e l’esperienza del padre designer, che ha brevettato un tipo di carta dagli aspetti e caratteristiche diverse e multiformi. E’ una carta lavabile, resistente, somigliante alla pelle, “che regala sensazioni di calore come se si trattasse di altro”. Il loro progetto di vita si chiama ‘Uashmama’: “un intreccio di fibre naturali che rendono un semplice foglio di carta qualcosa che prende varie forme, innumerevoli e sempre nuove, a seconda del gusto e della tendenza”.
Vi avevamo raccontato la storia della filiera “Filo d’oro” e del loro impegno a formare una rete di imprese innovative sia dal punto di vista dello sviluppo del prodotto che da quello dell’impatto ambientale. In riferimento a questo ultimo concetto volevamo parlarvi di un progetto che in sé unisce innovazione, ricerca e sostenibilità e che ha colpito positivamente noi di Glamour 2.0.
Grazie allo sforzo in termini di ricerche e studi della filiera, è nato l’interesse per l’utilizzo del polietilentereftalato, conosciuto come PET, materiale che proviene dal riciclo della plastica di cui sono composte le comuni bottiglie d’acqua. L’idea è venuta da un’azienda del cuneese, la Dentis, che si occupa proprio di riciclo.
E’ una storia che merita di essere raccontata quella di “Filo d’oro” perché racconta di un gruppo di imprese nel settore della seta che hanno avuto la capacità e la volontà di fare rete e innovazione fino a creare una vera e propria realtà di business e creatività.
La bella notizia arriva dall’America, dall’Università di Delaware, la cui invenzione del cuoio vegetale, dice l’articolo, “promette di rivoluzionare l’industria tessile” per realizzare dalle scarpe alle borse, agli accessori.
Il cuoio ricavato da pelle di animali si caratterizza per la sua elevata resistenza, ma il cuoio vegetale sembra che abbia la stessa ‘robustezza’ e ‘traspirabilità’! Nike, Puma e Adidas si sono mosse per testare questa innovazione… stiamo quindi a guardare come si evolverà questa invenzione americana nel contesto italiano.
Clicca qui per leggere l’articolo completo su Il Sole 24 Ore