A Pitti Fragranze abbiamo scoperto Gabriella Chieffo, “Made in Italy”, maison tutta al femminile, dallo “spirito eclettico e in controtendenza, anima ribelle e inquieta, con alle spalle percorsi strutturalmente differenti nell’arte, nel design, nell’ingegneria”. Tradizione e innovazione si uniscono e sprigionano tutta l’essenza e l’atmosfera partenopea, un percorso quasi più emozionale che olfattivo.

Glamour 2.0 ha incontrato Gabriella Chieffo per scoprire qualcosa di più su di lei e sulle tendenze nel mondo dei parfums.

Come nasce il marchio “Gabriella Chieffo”?

Passione per i profumi e per l’universo degli odori! Da ingegnere a ruolo di amministratore delegato di un’importante società nel settore delle Energie Rinnovabili fino a creativa nella profumeria artistica: un percorso professionale in continua evoluzione grazie al mio istinto inquieto. Così nel 2014 è nato il brand Gabriella Chieffo, lanciato a Firenze in occasione di Pitti Fragranze nello stesso anno. Gli immediati riscontri sono stati una vera sorpresa, tanto che ho deciso di formarmi professionalmente, dando vita all’ultima fragranza Taersìa. Nel giro di due anni il mio brand ha bruciato le tappe, grazie ad una intensa sinergia tra sperimentazione, studio e ricerca sulle materie prime, sul packaging, sul design e sulla comunicazione. Il nostro team è tutto al femminile ed è un laboratorio di idee sempre in fermento, dove la parola ‘noia’ è assolutamente bandita dal vocabolario!

Alcune delle essenze e i profumi hanno nomi che rimandano alla tradizione culinaria della terra di origine del brand. Come è nata questa idea?

Sono napoletana e ben tre dei miei profumi hanno un’ispirazione culinaria: ‘ragù’, ‘acquasala’ e ‘variazione di ragù’. Per me la cucina ha una valenza primordiale, è un modo per trasferire affetto ai propri cari ed è per questo motivo che le mie fragranze di ispirazione culinaria rimandano al profumo avvolgente della famiglia, diventando un’estensione dell’esperienza del gusto, un universo che racchiude le energie, le emozioni e le storie che si celano dietro ogni pietanza. Mi piace pensare di aver innovato la prospettiva delle fragranze gourmand, perché nei miei profumi non c’è la riproduzione fedele dei sapori, ma un rimando evocativo, in grado di trasmettere quell’universo di significati racchiusi come in uno scrigno nei piatti della nostra tradizione.

A cosa è ispirata l’ultima creatura di Gabriella, lanciata in occasione del recente Pitti Fragranze?

Con la nuova fragranza Taersìa ho voluto parlare d’amore nel senso pieno del termine. ‘Taersìa’, in dialetto salentino, significa ‘tempesta’, ed è proprio una tempesta di anime e corpi che ho voluto raccontare. L’incontro tra due sconosciuti che decidono di lasciarsi andare alla follia di un sentimento carnale e viscerale, senza alcuna certezza del futuro. È la storia di un istante sospeso nel tempo, l’attimo in cui tutto deve ancora accadere e al tempo stesso tutto è già accaduto, quello in cui il destino ti offre diverse possibilità e tu, consapevolmente e coraggiosamente, scegli quella più pericolosa, dando vita ad una tempesta emotiva che consuma l’urgenza dell’amore e ne sublima il significato in qualcosa di imprescindibile. Amare a prescindere, amare sempre, amare comunque.

Nella piramide olfattiva ho voluto esprimere questa carnalità attraverso la tuberosa, fiore sensuale per eccellenza, un tempo addirittura ‘proibito’ alle donne perché si riteneva che provocasse pensieri erotici.Si tratta di una tuberosa insolita, il cui effluvio floreale è stemperato dalle note di caffè, mirra e incenso che contribuiscono a creare un bouquet ipnotico e conturbante. All’ambra bianca nelle note di fondo è affidato il compito di conferire un tocco di eleganza a un profumo che sta riscuotendo già un grande successo.

Quanto è importante l’innovazione?

E’ fondamentale, perché innovare significa porsi obiettivi distanti e colmare questa distanza con lo studio, l’impegno e la ricerca, elementi che, in virtù del mio background professionale, sono imprescindibili. Le mie collezioni sono caratterizzate da un’innovazione che prende spesso spunto dalla tradizione, in un reciproco rimando tra passato e presente. I tappi delle collezioni ’14 e ’15, ad esempio, sono in pietra leccese e realizzati a mano da maestri artigiani, mentre quelli della nuova collezione hanno mutuato l’antica tecnica delle ‘cementine’ (con la quale nel Sud si realizzavano le mattonelle) conferendole una nuova veste. Inoltre, ogni mia creazione è presentata attraverso originali installazioni artistiche che rafforzano il legame di senso con i profumi: per il lancio di Maisìa, dedicato al tema della femminilità violata, abbiamo proposto una scultura di luci ed ombre che rappresentava la silhouette di una donna; in occasione dell’ultima edizione di Pitti Fragranze, invece, abbiamo proposto Filo diretto, un simbolico albero in filo di ferro e cemento, a simboleggiare il legame tra la parte razionale e quella irrazionale presenti in ognuno di noi.

Che cosa il glamour per Gabriella Chieffo?

Amo ripetere che Less is more perché non mi piacciono le forzature e le ostentazioni. Penso che il fascino risieda maggiormente nel non detto e nel non rivelato, è un connubio indissolubile con l’eleganza e pertanto non può avere a che fare con l’eccesso. E’ glamour tutto quello che attira l’attenzione pur non collocandosi al centro dell’attenzione. Il fascino, in fondo, è un’attitudine!