Orange Fiber è una startup che sviluppa filati innovativi  dagli scarti degli agrumi che l’industria di trasformazione agrumicola italiana produce annualmente. Glamour 2.0 ha intervistato Adriana  Santanocito e Enrica  Arena che hanno creato e trasformato in realtà questo bellissimo progetto.

Quando è nata Orange Fiber e qual’è l’idea base?

Secondo dati aggiornati, in Italia ogni anno si producono circa 1 milione di tonnellate di pastazzo, un sottoprodotto ingombrante, che finora ha rappresentato un grosso problema per l’intera filiera agrumicola a causa dei suoi elevati costi per le industrie di succhi e per l’ambiente.

Orange Fiber nasce dalla voglia di fare qualcosa per la nostra terra, dall’esigenza di trasformare un problema in una risorsa economica e portare l’innovazione e la sostenibilità all’interno del
comparto tessile e manifatturiero italiano.

Nel 2011 Adriana stava ultimando i suoi studi in Fashion Design e materiali innovativi all’AFOL Moda di Milano, quando rimase molto colpita dalla sofferenza del settore agrumicolo siciliano, le cui arance facevano fatica ad entrare sul mercato e i cui sottoprodotti industriali comportavano grossi problemi di smaltimento.

Fu allora che iniziò a ragionare sull’ipotesi di utilizzare gli agrumi per la produzione di tessuti per la moda.
Dalla teoria, esposta nella sua tesi finale, riuscì ben presto ad arrivare alla pratica, e dopo aver provato la fattibilità del processo con il laboratorio di Chimica dei Materiali del Politecnico di Milano, deposita il brevetto italiano, esteso poi in PCT internazionale nel 2014.

A settembre dello stesso anno – grazie ai fondi del bando Seed Money di Trentino Sviluppo – viene presentato il primo prototipo di tessuto dagli agrumi, a febbraio 2014 viene costituita la Orange Fiber srl e a dicembre 2015 – grazie anche al finanziamento di Smart&Start Invitalia – viene inaugurato il primo impianto pilota per l’estrazione della cellulosa da agrumi atta alla filatura.

Il prossimo passo è l’ingresso sul mercato – previsto per il 2016 – con una collezione di prodotti realizzati in Orange Fiber attraverso un co-branding con un’azienda di moda che condivida i valori di sostenibilità, qualità e innovazione alla base del nostro marchio.

Come viene realizzato il tessuto Orange Fiber?

Orange Fiber è il primo tessuto creato a partire dal sottoprodotto dell’industria di trasformazione agrumicola,  un’innovazione di prodotto ma anche di processo, in quanto recuperiamo un materiale esausto, non rivale al consumo alimentare e lo trasformiamo – attraverso processi semi-industriali sostenibili – in un nuovo materiale di altissima qualità capace di rispondere alle esigenze di sostenibilità e innovazione dell’industria della moda.

Nello specifico, il nostro tessuto viene realizzato a partire dal pastazzo d’agrumi, ossia quel residuo umido che resta al termine della produzione industriale di succo di agrumi e che non può più essere utilizzato ma solo gettato via come un rifiuto. Grazie al processo da noi brevettato, siamo in grado di sfruttare le potenzialità del pastazzo per l’estrazione della cellulosa d’agrumi atta alla filatura, trasformando così uno scarto in una risorsa per il rilancio economico del comparto manifatturiero italiano.

La prima parte della trasformazione avviene in Sicilia, dove la cellulosa atta alla filatura viene estratta, per essere poi mandata in Spagna, dove un nostro partner la trasforma in filato, e in ultimo questo rientra in Italia, presso una tessitura comasca, dove viene trasformato nel nostro prodotto.

Quali tipi di tessuto realizzate con questo metodo?

I prototipi di tessuti sinora realizzati sono un raso e un twill bianco naturale e un pizzo nero e bianco. I tessuti hanno un aspetto serico, del tutto simile alla seta, e per le produzioni future abbiamo messo a punto una serie di processi che ci consentono di produrre varie tipologie di tessuti, dai più strutturati ai più delicati, in modo da soddisfare tutte le esigenze di creazione dei brand di moda.

I nostri tessuti prodotti a partire dalla cellulosa di agrumi, vengono fuori color bianco naturale ed è possibile poi tingerli, stamparli, colorarli e lavarli come i tradizionali tessuti sul mercato.

Sviluppo e sostenibilità: è quindi possibile?

Negli ultimi anni l’industria della moda sta vivendo profonde trasformazioni, sia per quanto riguarda i processi produttivi che per la scelta dei materiali. La moda del futuro, per essere sostenibile economicamente e socialmente, deve essere green, perché sono i consumatori e il mercato a chiederlo, sempre più attenti alla qualità e alla tutela della salute e dell’ambiente.

Il progetto Orange Fiber – in grado di ottenere una materia prima-seconda da un sottoprodotto industriale non rivale all’alimentazione, che non incide sulle risorse naturali ma al contrario ottimizza lo sfruttamento di una matrice che altrimenti andrebbe smaltita – nasce proprio per rispondere alle nuove esigenze di innovazione e sostenibilità dell’industria tessile-abbigliamento, ed è la dimostrazione che coniugare sviluppo e sostenibilità non solo è possibile, ma è l’unica strada da percorrere per salvaguardare le risorse naturali del nostro pianeta e renderle fruibili alle generazioni future.

Che le arance fossero frutti preziosi Glamour 2.0 lo sapeva bene, adesso conosciamo la loro ennesima virtù: quella di potersi trasformare in tessuto.